(Bologna, 19 dicembre 2012) Lo Stato taglia di altri 370 milioni di euro le risorse per la Regione, già calate di oltre un miliardo dal 2010. Stessa sorte hanno avuto i trasferimenti ai Comuni emiliano-romagnoli. In Aula abbiamo approvato il Bilancio di previsione 2013 con una consapevolezza ben chiara: occorre una svolta positiva nel rapporto tra Stato e autonomie locali ed è quella che dovrà imprimere il nuovo Governo che uscirà dalle elezioni politiche.
La virtuosità della gestione finanziaria della nostra Regione ci permette comunque di non aumentare la pressione fiscale e di mantenere le priorità politiche e operative contenute nel Bilancio: qualità e standard delle politiche socio-sanitarie e di assistenza alla persona; interventi sullo stato sociale al fine di tutelare il potere d’acquisto di salari, pensioni e redditi duramente provati dalla crisi; salvaguardia della scuola, formazione e progetti innovativi; interventi a favore delle politiche di mobilità in un’ottica di sviluppo sostenibile; adeguato sostegno al sistema delle imprese per garantire un sufficiente accesso al credito e creare un volano per la ripresa e l’occupazione.
Tra le altre norme approvate in quest’ultima Assemblea del 2012, ne sottolineo due. La legge per la ricostruzione, che prevede una serie di strumenti a disposizione dei Comuni terremotati per procedere velocemente alla riparazione o alla ricostruzione dei tanti immobili ancora inagibili, in particolare nei centri storici; e le nuove disposizioni sui costi della politica, che riducono da subito l’indennità dei consiglieri e il budget dei gruppi, rendono pubblico e trasparente lo stato patrimoniale degli eletti, aumentano i controlli e aboliscono i vitalizi dal 1° gennaio 2013.
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