(Bologna, 1 dicembre 2012) Presso la sede bolognese della CISL, l’Organizzazione marocchina per lo sviluppo, la solidarietà e i diritti ha organizzato il convegno “I marocchini in Italia, fra crisi economica e sicurezza sociale nel Paese di origine”. Ho colto con piacere l’invito di Hamid Bichri e dell’amico Faik Azeddine a partecipare. La valenza dell’incontro è stata sicuramente politica, culturale e sociale, in quanto la comunità marocchina in Emilia-Romagna e in Italia intende promuovere il proprio protagonismo sia come nuovi cittadini del nostro Paese, sia nella terra d’origine per chi, pur lavorando e vivendo qui, rimane cittadino straniero. La discussione si è proprio incentrata su questa ambivalenza delle responsabilità di cittadinanza.
A riscontro delle sollecitazioni, per parte mia ho sottolineato in generale l’importanza che rappresentano per il nostro Paese le comunità straniere, che mettono alla prova costantemente la tenuta dei principi informatori della nostra democrazia attraverso i principi garantiti dalla nostra Costituzione: l’uguaglianza, il lavoro, la solidarietà, la realizzazione personale di ciascuno, come una cornice in cui tutti e tutte dobbiamo sentirci sfidati e coinvolti; senza subire gli eventi ma rendendoci promotori del cambiamento e del futuro. Ho poi sottolineato la necessità – e l’impegno della Commissione regionale per la Parità – di contrastare gli stereotipi feroci che attraversano la nostra società. In questo senso ho invitato tutte le rappresentanze associative marocchine nonché il deputato Anass Doukkali, a partecipare alle udienze conoscitive che saranno presto indette per la stesura della legge quadro regionale volta alla parità e contro le discriminazioni, al fine di giocare un ruolo attivo nel progresso dei diritti e dei doveri in Emilia-Romagna.
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