(Bologna, 26 ottobre 2012) S.O.S. Donna è un’associazione di volontariato che dal 1990 offre un servizio di ascolto telefonico, orientamento, assistenza psicologica e legale alle donne in difficoltà e che subiscono violenza; con l’obiettivo di permettere loro di socializzare un momento drammatico della vita, che solitamente viene vissuto nella più completa solitudine e dominato da sensi di colpa. Attività, criticità e progetti di SOS Donna sono stati al centro dell’incontro tra la Commissione per la Parità regionale – assieme a me le colleghe Rita Moriconi e Silvia Noe’ – e la presidente Luisa Vigetti, presenti alcune delle venti volontarie dell’associazione.

Tra i dati emersi, il fatto che la maggioranza delle donne che chiedono aiuto subiscono aggressioni e vari tipi di violenza da componenti della propria famiglia e, nella quasi totalità dei casi, dal partner; e che gli uomini violenti solo in rari casi appartengono a categorie marginali, a conferma di un fenomeno sociale traversale e radicato profondamente. Con questa consapevolezza l’associazione, oltre a fornire una risposta professionale e competente all’isolamento relazionale e all’abbandono psicologico, lavora per abbattere il silenzio culturale esistente attorno al problema. Svolge infatti regolarmente attività di informazione, soprattutto nelle scuole, nonché di sensibilizzazione e formazione specifica del personale socio-sanitario e delle unità operative territoriali.

Tra le iniziative a cui ha partecipato SOS Donna, il progetto dell’Assessorato Pari Opportunità della Provincia di Bologna “Hamelin – Comizi d’amore”, che ha coinvolto ragazzi e ragazze di Scuole secondarie di secondo grado e di enti di formazione, nella realizzazione di interviste su vissuti e riflessioni di genere, testimonianze poi raccolte in un documentario presentato alla Cineteca. Un altro ambito di collaborazione è con il centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Bologna: le volontarie di SOS Donna, che contribuiscono al recupero delle situazioni di isolamento ed emarginazione in cui si trovano molte straniere al momento della loro uscita, denunciano al proposito una forte difficoltà dovuta alla carenza di servizi dedicati e all’inadeguatezza della normativa.