(Bologna, 12 ottobre 2012) Dotarci di strumenti per promuovere il riequilibrio di genere nella rappresentanza elettorale, correggendo l’attuale normativa su questo specifico punto: ecco l’impegno che abbiamo preso questa mattina in Commissione Parità, a conclusione di una informativa del Servizio legislativo dell’Assemblea che ha descritto le norme elettorali in materia di democrazia paritaria vigenti in alcune Regioni.
Ho ricevuto mandato unanime per sollecitare la presidenza dell’Assemblea a convocare una seduta straordinaria sull’argomento, da tenersi in occasione e concomitanza della Giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 novembre. Altrettanto unanime, da parte dei commissari, il mandato al Servizio legislativo per elaborare una prima bozza di proposta di legge che, recependo le migliori esperienze avviate in altre realtà regionali, possa fare da base al correttivo per il riequilibrio che si introdurrà nella nostra normativa elettorale. Anche per la sinergia che abbiamo realizzato rispetto alle iniziative parlamentari di questi giorni, volte proprio a riequilibrare l’accesso delle donne alle cariche elettive, penso che quella di oggi sia una tappa importante. Proseguirà dunque, con anche maggiore impulso, il percorso della Commissione verso la legge quadro sulle pari opportunità e contro le discriminazioni.
Leggi qui un sunto dell’Informativa in Commissione. La Regione Emilia-Romagnanon si è dotata di una propria legge elettorale; pertanto continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nella Legge 108/1968, nella Legge 43/1995 e nell’articolo 5 della Legge costituzionale 1/1999. Dunque, la legislazione elettorale nella nostra Regione è priva di disposizioni tese a realizzare una parità effettiva tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive. L’informativa del Servizio legislativo ha posto l’accento sulle diverse opzioni contenute nelle dodici leggi regionali (nove a statuto ordinario, tre a statuto speciale) che finora sono state approvate, con i relativi profili di costituzionalità. Senza dimenticare che la parità tra donne e uomini è un diritto fondamentale stabilito dal Trattato sull’Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, a cui i singoli Stati membri sono tenuti ad adeguarsi. Vengono, fra l’altro, richiamati il Patto europeo per la parità di genere (2011-2020) con cui il Consiglio sollecita interventi degli Stati membri volti a “promuovere la pari partecipazione delle donne e degli uomini al processo decisionale a tutti i livelli e in tutti i settori, onde utilizzare pienamente tutti i talenti” ela Cartaeuropea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale, elaborata nel 2006 dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa con il sostegno della Commissione Europea, nella quale si richiede agli esecutivi locali e regionali di elaborare piani e programmi specifici – dotati di adeguati strumenti finanziari – per la creazione di un ambiente politico, giuridico e sociale favorevole allo sviluppo della democrazia paritaria.
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