(Cesena, 19 settembre 2012) Invitata a portare il contributo della Commissione per la Parità, ho partecipato ad un bel convegno internazionale promosso dal Comune di Cesena, che ha illustrato esperienze e proposte europee volte a contrastare la violenza alle donne, in particolare quella violenza più nascosta e difficile da prevenire che si consuma tra le pareti di casa. Per abbattere il muro occorre un impegno educativo, di sensibilizzazione e contrasto davvero a 360° e al tempo stesso molto concreto. La Commissione regionale – ho sottolineato – è nata per contribuire a radicare la cultura della parità e del rispetto delle differenze, combattere gli stereotipi di genere e ogni forma di discriminazione, nonché riequilibrare diritti e opportunità con strumenti normativi ove occorrono. Condivisione e partecipazione sono presupposti indispensabili a questo obiettivo politico, nella consapevolezza che solo azioni integrate e trasversali porteranno ad un’efficace prevenzione della violenza di genere.

Al centro del convegno si è posta proprio questa assunzione di responsabilità delle istituzioni pubbliche. Ne è esempio il progetto europeo HERA: la gestione delle forze di polizia nei casi di violenza di genere. Altro esempio di strategia condivisa ed efficace, citata dal Procuratore della Repubblica di Forlì-Cesena Sergio Sottani, il Protocollo contro la violenza di Reggio Emilia, sottoscritto lo scorso 25 novembre da Comune, Prefettura, Procura, Forze dell’Ordine, ASL e Azienda ospedaliera, Ufficio scolastico, Ordine degli Avvocati, Centro anti-violenza Nondasola e Provincia.

Significativa dunque la presenza del Prefetto della provincia, Angelo Trovato, che ha aperto il workshop assieme al Sindaco Lucchi. Dopo gli interventi delle assessore comunali Lia Montalti ed Elena Baredi e di operatrici del sociale, il Procuratore Sottani ha sottolineato

come l’aumento delle denunce di stalking in quel territorio sia un segno di maggiore consapevolezza diffusa, che dovrebbe allargarsi nel Paese anche attraverso un rafforzamento delle pene legate a tutti i reati di violenza contro le donne. Un altro punto, su cui mi trovo in pieno accordo, è la necessità di intercettare i disagi che scaturiscono dalle dinamiche familiari e dunque di puntare sulla formazione di ogni operatore che entra in contatto con persone in difficoltà, siano donne potenziali vittime o uomini potenziali aggressori. Insomma, riusciremo a fare prevenzione e sconfiggere la piaga della violenza solo se uniremo le istituzioni e le realtà associative che di fatto concorrono, anche sul piano culturale, a contrastare il fenomeno.