(Bologna, 19 giugno 2012) Approvata oggi dall’Assemblea legislativa la nuova legge regionale che riorganizza i servizi educativi per la prima infanzia 0-3 anni. Queste le finalità: mantenere e implementare la qualità dei servizi educativi e sociali, garantirne la sostenibilità, semplificare i percorsi per l’autorizzazione al funzionamento. Pur avendo raggiunto negli anni scorsi risultati importanti, la fase attuale ci richiede infatti di snellire alcune procedure, introdurre elementi di flessibilità e differenziazione che consentano prima di tutto di realizzare un “sistema infanzia” – composto di servizi educativi, ricreativi e di conciliazione – in grado di offrire risposte alle diverse esigenze delle donne e delle famiglie. Tali obiettivi sono stati condivisi grazie a numerosi momenti di confronto con il territorio, con gli amministratori e con i gestori pubblici e privati.
La nuova normativa prevede 4 tipologie di servizio: nidi d’infanzia, servizi domiciliari (piccoli gruppi, fino a 7 bambini), servizi integrativi, servizi sperimentali. Per ragioni di equità e utilizzo razionale del personale, i titoli per l’accesso al ruolo di “educatore” saranno gli stessi per tutte le tipologie. La riforma punta, inoltre, a rafforzare il ruolo del coordinamento pedagogico provinciale, formando coordinatori che siano in grado di verificare anche la sostenibilità finanziaria dei servizi offerti. Quanto all’autorizzazione al funzionamento, se la normativa vigente prevedeva due organismi istruttori di due livelli a supporto del Comune, da domani ci sarà soltanto una commissione tecnica di ambito provinciale; uno sostanziale snellimento burocratico, che eviterà possibili valutazioni diverse tra il livello più ampio e quello locale, nell’ottica di una riduzione significativa dei tempi.
Infine, la legge approvata oggi promuove i servizi sperimentali ideati sul territorio, che possono adeguarsi meglio a particolari situazioni sociali e territoriali (si pensi ai territori montani o ai piccoli comuni) e far fronte a bisogni emergenti. Grazie a questa riforma l’Emilia-Romagna potrà avvalersi di un sistema educativo per la prima infanzia aperto e flessibile, al passo con i tempi delle donne, che introduce forti elementi innovativi: fra questi basta ricordare la possibilità per i Comuni di istituire appositi albi del personale a cui attingere per chi organizza servizi ricreativi e di conciliazione (baby parking, ludoteche, baby-sitteraggio).