(Forlì, 11 aprile 2012) Human Rights Nights è un Festival internazionale di cinema, arte e musica dei diritti umani, che consente di sentire voci altrimenti nascoste e conoscere rappresentazioni alternative dei diritti negati attraverso film da tutto il mondo. Ho partecipato in sostituzione del presidente Errani all’inaugurazione presso la sede di Forlì dell’Università di Bologna, principale soggetto promotore e organizzatore della manifestazione che, tornata quest’anno nella città romagnola, ha avuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

il prof. Stefano Bianchini introduce assieme a Svetlana Broz, nipote di Tito

 

Molto emozionante lo spettacolo teatrale “La scelta” di Marco Cortesi, a cui ho assistito dopo i saluti: viaggio tra i sopravvissuti della guerra civile jugoslava, persone straordinarie che hanno avuto la forza di ribellarsi ai pregiudizi e rischiare la loro vita per gli altri.

Leggi il mio intervento.

Ringrazio per l’invito a nome del Presidente Vasco Errani e per conto della Regione Emilia-Romagna. E’ un ringraziamento non formale che coglie l’estrema importanza ed irritualità di porre il tema dei diritti al centro delle riflessioni di una Comunità, ed a questo livello di confronto, attraverso registri linguistici e comunicativi molteplici, pronti a coglierne tutte le sfumature, perché tutto ci parla di ciò che siamo stati, siamo e saremo solo se lo sapremo interpretare e tradurre senza disperdere nulla.

Questo, infatti, è il rischio. Il rischio che la morsa di una crisi economica profonda, che mina le fondamenta delle certezze della contemporaneità e rende ancora più incerto il futuro, alimenti una compressione dei diritti e del dibattito su di essi, in nome di una materialità di bisogni più contingenti ed immediati. E invece i diritti umani sono e devono rimanere la nostra bussola, il nostro faro nel magma delle necessità indistinte, nel caos degli interessi finanziari, nella sfida della globalizzazione, nella declinazione delle politiche migliori per il benessere delle attuali e future generazioni.

La democrazia che ci consegna la Costituzione è stata concepita non come una semplice democrazia politica, ma come una democrazia fondata sulla libertà e sulla eguaglianza sostanziale, esigibili di fatto e di diritto da tutti i consociati. La Costituzione, insomma, aveva preso a fondamento il principio secondo il quale vera democrazia non può esistere, se alle proclamazioni giuridiche della libertà e dell’eguaglianza non si accompagna una effettiva perequazione anche economica della società, che possa diventare strumento di emancipazione in un costante avanzamento dei singoli e delle comunità.

Eguaglianza, Democrazia, Costituzione, sono i termini ormai ineludibili dell’equilibrio ancora recente – e dunque non esente da fragilità – che regge ed alimenta i processi di organizzazione della convivenza civile. Fissare e rinnovare l’assetto valoriale della consistenza dei diritti umani ci aiuta nel cammino verso il futuro, senza chiudere gli occhi di fronte agli errori del passato. La centralità della persona non può ridursi ad astrattismo solidale, ma si deve inverare in un’azione costante delle istituzioni per un obiettivo di prossimità locale e nazionale; ed ancora di più, nell’obiettivo assai ambizioso di liberare dal bisogno chi nel mondo ne
è prigioniero, con un’alleanza mondiale d’intenti che superi le barriere.

In questo periodo storico nel nostro Paese c’è chi sostiene, in nome delle riforme e del cambiamento, che la difesa dei diritti è mera conservazione di privilegi. C’è anche chi dice che con i diritti non si mangia. Non sono d’accordo. Il rischio di abuso di un diritto è
di gran lunga meno devastante che l’assenza di diritti. Dove non ci sono diritti si muore. Per secoli, guerre e povertà sono state considerate come un aspetto triste ma inevitabile della condizione umana. Oggi, la scala e la portata dei progressi compiuti dai paesi di ogni regione del mondo ha dimostrato che, in un tempo molto breve, la povertà e la mortalità materna e infantile possono essere drasticamente ridotte, mentre l’istruzione, la parità di genere e altri aspetti dello sviluppo possono avanzare con altrettanta rapidità. La combinazione senza precedenti di risorse e tecnologie a nostra disposizione, significa, oggi, che siamo veramente la prima generazione con gli strumenti, le conoscenze e le risorse per soddisfare l’impegno assunto da tutti gli Stati firmatari della
Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite: rendere il diritto allo sviluppo una realtà per tutti e per liberare l’intera razza umana dal bisogno e quindi dalle guerre.

Per tutto questo e per molto altro che si scoprirà attraverso le relazioni, le testimonianze e le visioni programmate in questi giorni a Forlì, sono a sottolineare quanto si sia colto nel segno. E’ proprio di questi giorni l’avvio della decima edizione del Bando regionale per l’assegnazione di borse di formazione-lavoro per tesi di laurea di secondo livello in materia di diritti fondamentali o sviluppo umano. L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la KIP International School, Scuola internazionale di Saperi, Innovazioni, Politiche e Pratiche Territoriali per la Piattaforma del Millennio delle Nazioni Unite mette a disposizione di giovani neolaureati con tesi in materia di diritti fondamentali o sviluppo umano, occasioni di approfondimento culturale ed esperienze sul campo che contribuiscano alla loro formazione scientifica e professionale. E’ recente la costituzione in Regione Emilia-Romagna della Commissione per la piena parità tra uomini e donne e contro tutte le discriminazioni, voluta per apporre correttivi ad un sistema diseguale e promuovere una cultura equilibrata e paritaria dei diritti e dei doveri. Un impegno per la democrazia, una sfida per l’uguaglianza, uno strumento di sviluppo e di crescita di una comunità sì avanzata, ma messa a dura prova da difficoltà e pressioni inedite.

La Regione Emilia-Romagna, fuori da ogni retorica, è terra di diritti conquistati a caro prezzo. Fare di questa nostra storia una matrice d’interpretazione del mondo migliore che vorremmo credo sia un dovere, ma anche una grande opportunità. Grazie.