(Bologna, 23 marzo 2012) Un parere ufficiale, che mette al primo posto tra gli obiettivi da raggiungere la parità lavorativa tra uomo e donna per quanto riguarda retribuzione e presenza nei ruoli decisionali; e un questionario preparato dalla Commissione Europea, disponibile online per i cittadini e che diffonderemo sul territorio a tutte le realtà interessate alle politiche di genere, per avere un quadro veritiero della situazione in Emilia-Romagna: sono queste le iniziative che la Commissione Parità regionale ha deciso in occasione della sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa, vale a dire la ridefinizione annuale dello stato di attuazione delle norme comunitarie nella legislazione regionale e le linee per la partecipazione della Regione alla formazione del diritto europeo.

Sono convinta che a livello europeo le reti siano indispensabili e da ampliare, così come la consultazione pubblica ha senso solo se viene veicolata con forza persuasiva sugli altri soggetti del territorio. Da qui l’iniziativa del questionario, accessibile a chiunque sul sito internet della Commissione e che ripropone gli spunti della commissaria europea Viviane Reding, ad esempio sull’ipotesi di sanzioni per chi non rispetta le normative di genere. Abbiamo deciso di inviarlo ai vari stakeholders pubblici e privati ed entro il 25 maggio raccoglieremo e porteremo a sintesi tutti gli stimoli necessari a dare una rappresentazione autentica del territorio emiliano-romagnolo.

Infine, il documento che abbiamo approvato questa mattina all’unanimità individua, tra i programmi di lavoro europei per il 2012, il “pacchetto occupazione” come punto di principale interesse. Sia “per l’urgenza di promuovere azioni correttive di accompagnamento ad una maggiore presenza femminile nei luoghi decisionali e del mercato del lavoro, con attenzione particolare a misure di conciliazione e incentivazione”, sia per colmare il divario retributivo di genere, che significa “attivare misure di riequilibrio e sensibilizzare l’opinione pubblica”. Un altro argomento al centro della nostra attenzione è “la necessità di approfondire la branca di scienza biomedica relativa alla medicina di genere, con una conseguente assunzione di direttive generali di indirizzo per la salute della donna”.