(Ravenna, 21 marzo 2012) “Valorizzare le donne conviene al Paese”. Si potrebbe sintetizzare così – con una frase della presidente di CNA Impresa Donna regionale, Benedetta Rasponi, che condivido pienamente – il messaggio uscito forte e chiaro dal Convegno organizzato oggi a Ravenna dalle rappresentanti delle imprenditrici, con la partecipazione tra gli altri dell’economista Fiorella Kostoris. Invitata a portare l’impegno della Regione e della Commissione che presiedo, ho sottolineato in particolare la necessità di rilanciare anche in Emilia-Romagna l’occupazione femminile di qualità e un welfare che garantisca alcuni servizi essenziali per la parità tra i sessi.

L’approccio di genere, per sua natura trasversale, costituisce un elemento pacificatore della società, uno strumento di gestione unitaria degli obiettivi di sistema, diretto alla realizzazione dell’uguaglianza sostanziale. Un’uguaglianza ancora lontana nella società e nel mondo del lavoro. La realtà è che le donne occupate sono poche e con la crisi continuano a diminuire: 45 mila in meno in Italia nei primi 9 mesi del 2011. Sono inoltre discriminate, come ci dicono i numeri: in Emilia-Romagna le lavoratrici sono il 60,7% contro il 76% di uomini, percepiscono salari più bassi del 25% in media rispetto ai loro colleghi, sono più precarie (26,1% usufruisce del part time contro il 4,3% degli uomini) e troppo spesso lasciano il lavoro per dedicarsi alla famiglia e ai figli.

Il “Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” sottoscritto dalla Regione a fine 2011 con Enti locali, associazioni imprenditoriali e sindacati, mette in campo una strategia incisiva a favore dell’occupazione femminile. Deduzione IRAP per la stabilizzazione, white list delle imprese virtuose, assegni di servizio di carattere conciliativo (voucher), orientamento professionale a supporto delle donne che vogliono rientrare nel mercato, criteri premiali nei nuovi bandi per le imprese, percorso formativo di genere nei programmi del consorzio Spinner. E ancora, aumento della deduzione di parte dei costi di giovani e donne neo-assunti a tempo indeterminato e introduzione dell’agevolazione fiscale per il capitale proprio investito in impresa. Questa è secondo noi la politica che fa sintesi e serve a rilanciare il contributo delle donne alla crescita economica e alla coesione sociale. Un impegno che realizzeremo dal basso con un percorso denso e partecipato e che monitoreremo, con l’aiuto di tutti gli attori coinvolti.