(Bologna, 29 febbraio 2012) Una rappresentanza femminile nelle cariche istituzionali ed elettive tra le più basse d’Europa, con una percentuale di donne parlamentari pari al 18,3% al Senato, 21,1% alla Camera e 21% all’Europarlamento, che scende ancora a livello locale. Anche in Emilia-Romagna, dove pure i numeri sono i più alti in Italia, le donne sono sottorappresentate: le presidenti di Provincia si attestano al 33% e le sindache al 19,7%, mentre sono donne il 38,4% della Giunta regionale, ma solo il 18% dell’Assemblea legislativa.

Per cambiare in prospettiva questi numeri e raggiungere un’equa rappresentanza, la Commissione regionale per la piena parità tra donne e uomini ha proposto ieri in Assemblea una Risoluzione che, votata all’unanimità, impegna tutti gli eletti in Regione a individuare gli strumenti normativi elettorali e regolamentari più incisivi, avviando un percorso di coinvolgimento delle organizzazioni sociali e prevedendo una sessione straordinaria sul tema. L’atto di indirizzo impegna poi la Giunta a collaborare con l’Assemblea e adottare le azioni conseguenti in ogni sede di confronto, rappresentanza e decisione.

E’ motivo per me di grande soddisfazione l’approvazione unanime dell’Assemblea, che ha compreso come il riequilibrio della rappresentanza non sia più rinviabile, come non rinviabile è un cambio di marcia del nostro Paese. Se consideriamo infatti che una donna italiana su due non cerca occupazione e che, come indicato dalla Banca d’Italia, il loro mancato contributo nel mondo del lavoro causa una perdita del Pil pari al 7%, risulta ancor più preoccupante la scarsa presenza femminile ai vertici del mondo politico ed economico, cioè tra chi decide e orienta la società in questo periodo di crisi.

La decisione dell’Assemblea dell’Emilia-Romagna si inserisce nel lavoro del Coordinamento nazionale delle Elette, una conferenza trasversale di cui fanno parte le rappresentanti delle assemblee regionali e delle province autonome, che a seguito di diverse pronunce della Corte Costituzionale dirette al riequilibrio di genere e antidiscriminatorio, sostiene concretamente proposte di avanzamento normativo per la democrazia paritaria. La stessa proposta di legge sulla doppia preferenza di genere nelle liste per i consigli e le giunte di Regioni ed Enti locali (relatrice la Lorenzin), calendarizzata alla Camera a metà marzo, è un segnale concreto del vento che cambia e di una maggior consapevolezza del contributo che le donne possono dare al progresso sociale, culturale, economico del nostro Paese. E la Regione Emilia-Romagna farà la sua parte.