(Giornata della Memoria 2012) E’ accaduto anche questo. E’ accaduto che l’umanità si sia macchiata del delitto più atroce: il tentativo di annientamento di un intero popolo. Uomini che negano la vita di altri uomini e ne cancellano prima di tutto la dignità in nome di una presunta superiorità di razza, di orientamento sessuale, di appartenenza politica, di credo religioso. E’ accaduto troppe volte e anche ora, in un qualsiasi momento e ad altre latitudini. Ricordare la Shoah nella Giornata della Memoria evoca ben più della tragedia vissuta dagli Ebrei per volontà del nazifascismo, rispecchia un orrore che ricorre e rischia sempre di essere presente. Il primo antidoto sta nella consapevolezza, frutto a sua volta di una conoscenza accertata oltre ogni dubbio e tentazione negazionista. La verità storica è tale ed entra a pieno titolo nella nostra cultura e nelle coscienze quando si innesta su una verità processuale che accerta fatti e responsabilità, e ne fa Giustizia. Senza bisogno di citare i grandi processi che svolsero questo ruolo rispetto ai crimini contro il popolo ebraico, voglio ricordare qui una sentenza recentissima, del luglio scorso, quando il Tribunale di Verona ha emesso la condanna al massimo della pena per i componenti della Divisione Goering, colpevoli di stragi di civili nelle località tra Monchio e Cervarolo, sul nostro Appennino. Una sentenza che fa scuola perché si è spinta oltre le responsabilità dei singoli, oltre quella “banalità del male” che dà sembianze umane anche ai carnefici più feroci, coinvolgendo lo stesso Stato tedesco in una richiesta di risarcimento.
Alla nostra consapevolezza, alla ricerca dell’antidoto, concorre in modo decisivo l’opera di quanti, uomini e donne, custodiscono la Memoria e la testimonianza e le divulgano alle nuove generazioni. In questo senso le associazioni, gli istituti e musei della Memoria sono luoghi di tutti, al servizio delle coscienze prima ancora che degli storici. E, in quanto tali, devono essere del tutto liberi da ideologie e posizioni di parte. Non vi può essere pregiudizio o faziosità in un viaggio – virtuale o reale che sia – nelle
tragedie del nostro passato, solo l’impatto diretto con un male che, in quanto accaduto, fa parte di noi. Conoscendolo, lo possiamo combattere come fecero i Giusti di allora. Con questa visione e convincimento la Regione sta elaborando una nuova legge che valorizzi i luoghi della Memoria, parte di una Storia che non si cancella e su cui si fonda la nostra democrazia e identità di emiliano-romagnoli. L’impegno che stiamo assumendo è di condividere fino in fondo i criteri con i quali sostenere le attività culturali, di ricerca e divulgative legate al lato più oscuro della nostra storia. Con l’obiettivo di contribuire a quel percorso di ricostruzione, restituzione della verità e pacificazione tra i popoli che, dopo quasi settant’anni, non si può dire compiuto.
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