(Bologna, 24 novembre 2011) I numeri della violenza in Emilia-Romagna e in Italia che abbiamo già divulgato in questi giorni sono impressionanti, ma ciò che più pesa… sono fortemente sottostimati!
Ne abbiamo preso coscienza appieno nel corso del Seminario di ieri a Bologna, “Violenza sulle donne, una drammatica attualità”. Dagli interventi, di grande qualità, emergono ulteriori dati: da gennaio a ottobre, 2.256 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza della regione per chiedere aiuto, 1.998 hanno denunciato di aver subito violenza (1.189 italiane, 800 straniere, pari al 40%). Ospitalità in luoghi protetti, consulenza legale, reinserimento nel lavoro sono le forme più concrete in cui si estrinseca l’azione di queste case e di questi centri, gestiti da associazioni di donne. Nell’ultimo decennio, le volontarie hanno visto raddoppiare il numero delle donne che hanno trovato il coraggio di denunciare situazioni intollerabili: nel dettaglio denunciano violenze psicologiche ed economiche, fisiche nel 66% dei casi, sessuali nel 16%.
Gli ultimi dati Istat ci dicono che oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita; la maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) e la grandissima maggioranza (oltre il 90%) non è mai stata denunciata; solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime: ben un milione e 400mila (il 6,6%del totale) ha subito uno stupro prima dei 16 anni.
I Centri antiviolenza condividono con la Regione Emilia-Romagna la necessità di un piano integrato di interventi capace di incidere a livello educativo, culturale, sociale, sanitario. Tra gli strumenti da rafforzare, ad esempio, la formazione degli operatori che entrano in contatto con le donne in difficoltà nelle strutture socio-sanitarie e, ancora, i servizi di orientamento/inserimento al lavoro che sono determinanti in un percorso di uscita dalla dipendenza psicologica e materiale. La presenza e le parole pronunciate dall’assessore regionale Teresa Marzocchi ci garantiscono in questo senso e in una collaborazione tra Commissione per la parità e Giunta che sarà molto stretta e concreta.
La priorità resta la prevenzione, che significa diffondere i dati della violenza, scardinare gli stereotipi legati ancora profondamente alla figura femminile, restituire alla donna la sua immagine reale e il ruolo sociale che le appartiene: una grande operazione culturale da portare avanti nelle scuole, nelle varie strutture educative, nelle associazioni, con il supporto degli organi di informazione.
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