(14 novembre 2011) Ecco, è arrivato il momento della responsabilità, e di quella serietà e competenza di cui Mario Monti è autorevole portatore agli occhi dell’Europa e del mondo. Grazie alla fermezza del presidente Napolitano stiamo voltando pagina.
Quasi tutti hanno definito “storica” la caduta del governo Berlusconi, molti hanno gioito e il segretario Bersani ha giustamente parlato di una nuova Liberazione. Il sollievo per la fine di questa pessima pagina della nostra Repubblica è in ogni caso palpabile e trasversale all’elettorato. Sono due anni che il Partito Democratico denuncia la gravità della situazione economica e politica ed è passato ormai un anno dalla prima nostra richiesta di dimissioni del presidente del consiglio per far posto a un governo di emergenza nazionale o per tornare alle urne. La manifestazione del PD del 5 novembre in piazza San Giovanni non ha fatto che rappresentare in modo pacifico e democratico la forza di quella richiesta, l’orgoglio e le speranze che premevano per riemergere e, finalmente, ricostruire.
Ripartiamo da qui, dal riscatto di un Paese che non meritava l’emergenza finanziaria degli ultimi mesi e che ora pretende di farcela. Lavoro, sviluppo, difesa dei redditi e dei risparmi delle famiglie, sono i primi punti su cui chiediamo al nuovo governo
di varare urgenti riforme. Per parte nostra ci siamo, con rinnovata energia: in Parlamento per valutare e sostenere le proposte che verranno dall’esecutivo, nel Paese e tra i cittadini per portare a sintesi le domande di crescita ed equità. Quanto ai veti e pregiudiziali, provenienti in particolare da chi è artefice dell’attuale gravità, si possono definire solo in un modo: inaccettabili!
Ora cerchiamo di superare insieme le tempeste del presente. Il futuro sarà presto di nuovo nelle mani delle elettrici e degli elettori italiani.
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