(Bologna, 24 ottobre 2011) L’insostenibilità della situazione carceraria italiana è nota e ritenuta a livello internazionale indegna di un Paese civile, i drammi dei detenuti causati dal sovraffollamento hanno attirato la condanna della Corte Europea dei diritti umani nonché i ripetuti moniti del Presidente Napolitano. Eppure il Governo ha tagliato le risorse per l’amministrazione penitenziaria, non ha attuato il Piano Carceri 2010 e ha assunto provvedimenti in materia di sicurezza che hanno trasformato il carcere in una vera e propria “discarica sociale” per tossicodipendenti, immigrati irregolari e altre marginalità.
Anche in Emilia-Romagna, dove pure abbiamo recentemente istituito il Garante dei Detenuti e compensato i tagli con fondi regionali consistenti, abbiamo 4.373 detenuti a fronte di una capienza massima prevista di 2.394 unità. E’ una questione di giustizia, nessuno si illuda che trascurare la funzione rieducativa della pena e macchiarsi di questa vergogna nazionale possa migliorare il nostro Stato di diritto e il sistema giudiziario, già compromessi dagli interessi di bottega di un governo delegittimato.
Per non abbassare l’attenzione sul tema e, soprattutto, ricondurlo alla responsabilità delle Istituzioni e della politica, ho presentato e condiviso con i colleghi del PD una Risoluzione, che impegna la Regione Emilia-Romagna a promuovere in sede nazionale le misure necessarie. Chiediamo che il Governo dia immediata attuazione al Piano Carceri con gli 11 nuovi istituti previsti e riporti all’ordine del giorno dei lavori parlamentari la riforma del sistema penitenziario incentrata sulla funzione di recupero della pena; inoltre, che siano stanziate le risorse indispensabili al mantenimento di condizioni di vita e sanitarie dignitose per i carcerati e all’attivazione dei programmi formativi e di recupero.
Altri punti importanti sono l’aumento della dotazione organica degli agenti penitenziari, l’effettiva attuazione di misure restrittive alternative al carcere (con il doppio vantaggio di combattere il sovraffollamento e di dare risposte più consone al recupero dei diversi tipi di marginalità sociale), il definitivo superamento degli Istituti psichiatrici giudiziari e l’istituzione del Garante Nazionale dei diritti dei detenuti. Agire su questi elementi sostanziali del sistema di giustizia è doveroso: ne va della nostra sicurezza, della certezza delle norme, della stessa credibilità del nostro Paese.
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