Domenica scorsa, 16 ottobre, ha fatto tappa nel capoluogo abruzzese l’iniziativa del PD “Rifare l’Italia”, volta a creare un’occasione di riflessione, confronto e scambio all’interno della “giovane” classe dirigente del Partito. La scelta di ritrovarci proprio a L’Aquila deriva dalla volontà di mantenere accesi i riflettori su una città che ancora reca, ben visibili, i segni lasciati dal sisma del 2009. Al tempo stesso, la città rappresenta una metafora del nostro Paese: dopo gli anni del governo Berlusconi, l’Italia deve essere ricostruita. E il Partito Democratico è pronto a fare la sua parte!

La visita in centro storico ci ha fatto toccare una realtà drammatica. La desolazione di quelle vie, percorse solo da cani randagi e chiuse tra palazzi in rovina, fa capire la differenza tra realtà e mistificazione del cosiddetto “governo del fare”. La verità è che si è sfruttata l’emotività iniziale del dopo-terremoto con larghe elargizioni, per poi lasciare la città nessun investimento. Si è speso moltissimo per costruire in tutta fretta le nuove case in quartieri dormitori privi di ogni servizio, poi i soldi sono finiti per qualsiasi recupero di quelle che sono le vere case degli aquilani.

Parliamo dell’unico terremoto gestito senza una legge speciale, ma solo con ordinanze di emergenza della Protezione civile e una gestione regionale per cui diverse persone sono state indagate e arrestate. Parliamo di un Comune lasciato solo e senza risorse in
bilancio e di un’economia locale in ginocchio perché non può più contare sul turismo e sulla sua Università. I cittadini dell’Aquila stanno pagando per servizi e risorse che non hanno più. Nell’indifferenza più totale del Governo….