Anche quest’anno è partita Festareggio tra la fatica e la gioia di impegnare tempo e lavoro (e spesso le proprie ferie) per rendere concreti e attuali i valori promossi dal partito, realizzare un sistema di accoglienza, intrattenimento e riflessione, che ha in più la funzione di autofinanziare l’attività politica in modo trasparente e dal basso. Il tutto supportato da tanti in carne ed ossa, giovani e meno giovani, che credono ancora in un rapporto personale della politica con la gente, senza puzza sotto il naso, senza la presunzione di dettare la linea friggendo gnocco fritto, ma sicuramente con la determinazione di affermare un modo di stare insieme e di fare comunità che diventi esempio e stimolo per la maggioranza.

La Festa del PD è un luogo dove tutti sono a servizio di tutti: dove se io devo entrare nel parcheggio di fronte alla direzione devo avere il pass ed è l’inflessibile compagno che controlla l’ingresso ad autorizzarti, dove se mi mettono a fare i gelati so che devo ascoltare i suggerimenti dei più esperti per evitare danni, dove se passo tra le cucine tre sere dietro fila a salutare i volontari scorgo sorrisi orgogliosi e felici anche se il caldo dei fuochi arrostirebbe un santo, dove la premura e la professionalità per l’ospite rende l’atmosfera complice e accogliente, dove i giovani hanno uno spazio che gestiscono con slancio e freschezza, dove il segretario e la direzione rimangono ogni sera fino alle 3 di notte, dove i dibattiti, gli approfondimenti ed anche i leader nazionali sono alla portata di tutti, leader consapevoli che devono a questi tutti la propria legittimazione.

Il nostro, dunque, è un partito in cui “il leader non è il capo assoluto … è uno che organizza un collettivo. C’è lui, la barca e tutti gli altri” (Bersani) ecco perché dobbiamo dispiegare le vele e prendere il largo.

Un commosso grazie a tutti i volontari  (e soprattutto alla “nonna” di Vezzano … che adoro!).