(13 giugno 2011) Sabato al Museo di Gattatico, in una bella iniziativa dell’Istituto Cervi dal titolo “Resistenza, memoria e impegno civile nell’esperienza di due protagoniste”, abbiamo ricordato due grandi donne: Maria Cervi e Laura “Mirka” Polizzi.
Memoria e riflessione tenute assieme grazie al loro esempio, che continua a vivere dentro di noi con la forza dei loro ideali, del coraggio e della coerenza che hanno dimostrato.
Nel mio breve intervento un ricordo di Maria, tra le persone che più hanno segnato le mie scelte di vita…
Contributo di Roberta Mori, consigliera regionale
“Il ricordo è un atto solenne e selettivo. Il ricordo non è solo memoria.
Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa o qualcuno che non è più qui o non è più adesso. Lo richiama non nella sua forma originale, ma come sentimento concreto, esperienza diretta che, per il solo tornare nel cuore, rivive. Il ricordo ci dà la possibilità di consultare il passato, di interrogarlo, non per fuggire malati di nostalgia, ma per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro. Per tenere alta la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Ricordare, dunque, è un modo per non perdere niente di quello che naturalmente esce dalla nostra vita. Niente e nessuno.
L’eco delle persone che ci hanno lasciato è direttamente proporzionale al modo ed all’intensità con cui esse hanno vissuto gli spazi, hanno solcato il tempo della vita, hanno impresso la loro particolare impronta nella memoria individuale e collettiva.
L’essere qui, in tanti, a socializzare il ricordo di due donne straordinarie è di per sé un atto di riconoscimento vero e di tributo autentico all’esempio che hanno costituito nei diversi contesti di riferimento.
Pur non avendo conosciuto personalmente Mirka, l’associazione del suo ricordo a quello di Maria mi ha sollecitato a ritrovare alcuni tratti comuni, che forse sono gli stessi tratti che hanno permesso a tante donne nella storia di emanciparsi e di lottare per una soggettività compiuta: la tenace determinazione, il coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni, una coerenza anche dolorosa nel perseguimento dei propri obiettivi, la tensione continua ad investire sui giovani e sulla memoria. Queste caratteristiche valoriali avevano come ispirazione una sensibilità personale unica ed una profonda cultura, intesa non come intellettualismo, bensì come curiosità vera e sincera verso il mondo e verso gli altri, una freschezza d’approccio di fanciulle per sempre.
Maria, dolce e forte.
E’ stata per me un riferimento di grande autorevolezza, una guida che in un preciso periodo della mia vita, forse quello cruciale, ha saputo indicarmi la strada per tradurre in impegno le mie idealità e rendere onore al nonno partigiano che ho amato tantissimo.
Ero una studentessa quando ho partecipato per la prima volta ad un convegno contro la mafia organizzato dall’ANPI nazionale a Palermo, città simbolo per quegli anni. Maria mi aveva preso in custodia, mi aveva introdotto a combattenti carismatici come Arrigo Boldrini e a discorsi importanti sulla memoria e sul futuro.
Eravamo in stanza insieme.
Dopo una giornata di lavori ed una passeggiata serale per le vie principali, l’incontro con dei poliziotti in borghese su una macchina civetta ha cambiato il corso degli eventi. Dopo uno scambio di battute di presentazioni e la mia adolescenziale curiosità per l’azione sotto copertura, ha portato gli agenti a propormi un giro serale nelle zone dell’Ucciardone e della Vucciria, per rendermi conto della periferia di Palermo che, come quella di tante città, nell’oscurità offre il peggio di sé.
Maria si era fatta scura in viso ed un po’ accigliata, ma di fronte al mio entusiasmo si è arresa, raccomandandomi a loro e pregandomi di non fare tardi. Al mio ritorno era seduta sul letto, in camicia da notte, con lo sguardo sollevato e con la complicità di chi vuole conoscere ogni dettaglio per poter condividere un’esperienza unica. Abbiamo trascorso così, sul letto a parlare, io in pigiama e lei in camicia da notte, l’ultima notte a Palermo, rimanendomi nel cuore il suo gesto sofferto e generoso, che ho voluto interpretare come la grandezza di chi sa vedere oltre le paure e rilanciare sempre, sfidando il futuro.
Grazie Maria.”
“Abbiamo combattuto per chi c’era, per chi non c’era e per chi era contro” (Arrigo Boldrini, “Bulow”)
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