“L’Africa cammina con i piedi delle donne – dal premio Matilde di Canossa al Premio Nobel”
8 marzo 2011
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
Diversi e interessanti gli interventi svolti nel corso del Convegno promosso dalla Provincia di Reggio Emilia in occasione della Festa della Donna, tutti volti a mettere in evidenza il ruolo fondamentale delle donne africane nell’ambito dello sviluppo della civiltà. Per le Istituzioni sono intervenute la presidente della Provincia Sonia Masini, Vera Romiti coordinatrice del Forum provinciale delle donne e la consigliera Roberta Mori in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna.
Mercy Musomi (direttrice esecutiva del Girl Child Network Kenya) ha illustrato gli aspetti cruciali che caratterizzano la nuova Costituzione approvata in Kenya, che di fatto costituisce un passo straordinario verso l’emancipazione femminile: le donne ora sono esplicitamente citate nella Costituzione (prima il termine uomo era onnicomprensivo), possono essere proprietarie di beni, diventare eredi ed essere elette in Parlamento per una quota del 30%.
Daniela Cuomo (AMREF) e Letizia Quintavalla hanno presentato il progetto a favore delle ragazze di strada di Nairobi, a cui si è ispirato il libro di testimonianze “Malkia – Regine”.
Una rappresentanza del CIPSI (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale) ha spiegato le ragioni della mobilitazione per l’attribuzione del Nobel alle donne africane e del suo valore collettivo.
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INTERVENTO DELLA CONSIGLIERA REGIONALE ROBERTA MORI
Buon pomeriggio e buon 8 marzo.
Sono felice di essere qui, in questa importante occasione di riflessione e incontro promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, a portare il saluto dell’Assessore regionale alle Pari Opportunità Donatella Bortolazzi e a rappresentare l’attenzione che la Regione Emilia-Romagna presta alla causa del Nobel alle Donne africane.
Una causa che intreccia diversi temi su cui va tutto il nostro impegno, istituzionale e civile.
Il primo, la cultura della Pace, è un obiettivo da perseguire in modo costante, un processo da alimentare dal basso con il fondamentale apporto delle istituzioni democratiche. La Pace nel continente africano non riguarda solo l’Africa e il suo futuro, ma il futuro di tutti noi. La Pace può essere solo frutto di un progresso umano che va perseguito agendo sul fronte culturale, politico ed economico.
Il tema della cooperazione internazionale, a sua volta, non significa più semplicemente contribuire al progresso economico e commerciale degli Stati in via di sviluppo: significa ancor più alimentare una cultura globale di inclusione e progresso sostenibile, nel rispetto dei diritti delle persone e delle risorse naturali, creando relazioni tra comunità ed iniziative diffuse localmente. Ne sono esempio il Premio Matilde di Canossa 2010 e il nostro incontro di oggi.
Le Donne sono protagoniste di questa cultura globale e non potrebbe essere altrimenti: sono portatrici di differenza, genitrici come la Madre Terra e dunque capaci di portare questo approccio nei processi di inclusione. Le donne africane in particolare, impegnate nel difficile compito di essere spina dorsale del loro destino in comunità svantaggiate, hanno molto da insegnarci. La diversità come valore e la parità come conquista è un principio valido anche nel mondo occidentale e nell’avanzata Europa, che sempre più dovrà acquisire la soggettività e il protagonismo politico delle donne quale contributo ad un progresso mondiale responsabile.
Con queste motivazioni di fondo la Regione Emilia-Romagna ha sostenuto e sostiene la campagna Noppaw per l’attribuzione del Nobel per la Pace alle Donne africane. Lo abbiamo fatto con una Risoluzione approvata in Assemblea Legislativa e con l’impegno diretto del Presidente Errani. Nella consapevolezza che si tratterebbe di un riconoscimento a tutte le donne del mondo.
Grazie.
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