“La riforma federalista è giudicata da molti osservatori uno snodo fondamentale per il rilancio delle autonomie e dello sviluppo locale. Mentre a Roma è in corso un faticoso iter dei decreti attuativi, purtroppo inadeguati nei contenuti, la politica si deve confrontare con le proprie responsabilità circa il raggiungimento dell’obiettivo, oppure il fallimento storico di una visione di Stato.” – così dichiara la consigliera regionale Roberta Mori in merito all’attuale dibattito nazionale e al ruolo della Lega Nord, legato alle sorti sia del federalismo che del governo Berlusconi. “Il Partito Democratico è sempre stato coerente sulla posizione da tenere – ricorda la consigliera reggiana – che è quella di un federalismo non meramente dichiarato, ma agito nella sostanza e nel governo concreto della cosa pubblica. Un federalismo che deve tradursi in modo chiaro e trasparente per tutti i cittadini e non costituire una bandiera politica inconsistente. In particolare sul federalismo fiscale municipale, non si possono fare pasticci e norme che portano solo ad aumentare le tasse, senza alcun rapporto tra chi le paga e chi usufruisce dei servizi. La credibilità della nostra volontà di realizzare il federalismo fiscale, come ha espresso il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, è dimostrata dall’esperienza sul campo dove governiamo. A noi piacciono i fatti.”

E i fatti sono, ad esempio, che la Regione Emilia-Romagna negli ultimi due anni ha messo a disposizione di Comuni e Province una parte rilevante della propria potenzialità di spesa: 70 milioni di euro per il 2009; ben 92 milioni di euro per il 2010, di cui oltre il 50% è stato immesso subito nel tessuto economico sotto forma di avvenuti pagamenti per opere come la viabilità, il contrasto al dissesto idrogeologico, l’arredo e la riqualificazione urbana, l’edilizia pubblica, la realizzazione di scuole, parchi, cimiteri, ecc.

“Sul 2010 i Comuni di Reggio Emilia hanno potuto beneficiare di oltre 9,7 milioni di euro. Risorse importanti per il nostro territorio, che hanno consentito un po’ di respiro nella direzione di un federalismo solidale tra i diversi livelli istituzionali, integrato nelle competenze e negli interventi. In poche parole, vero. Il nuovo Patto di stabilità territoriale messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna e approvato lo scorso dicembre, senza il voto della Lega, – sottolinea la Mori – permetterà a molti altri Comuni di superare i vincoli del patto di stabilità interno, liberando le cifre impegnate per importanti opere pubbliche.”

“Grazie a questo sistema regionale di governo della finanza pubblica territoriale, condiviso con le autonomie, possiamo riequilibrare il livello di indebitamento per tutti gli Enti locali (compresi i Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), definire ogni anno gli interventi prioritari e, così facendo, salvaguardare la qualità dei servizi pubblici e la tenuta del sistema di protezione socio-economica nel periodo di grave crisi che stiamo ancora attraversando. L’operazione mette a sistema la Regione, le 9 province e i 189 Comuni soggetti ai vincoli di stabilità, con un obiettivo unico territoriale per il 2011 stimabile in 2.247 milioni di euro.”

“Questo è il piano di confronto politico che si deve instaurare con la Lega Nord – conclude Roberta Mori – quale forza di governo democraticamente eletta, ma che ci sembra abbia perso la bussola del proprio mandato inseguendo nani e ballerine.”